La campagna pubblicitaria dello Stato sui BTP Valore promette rendimenti allettanti, in costante aumento e con un premio finale per chi mantiene il titolo.
Peccato che la prima regola dell’economia finanziaria ci dice che non è possibile aumentare il rendimento di un titolo senza aumentare il rischio ad esso associato.
Ma dove risiede esattamente il rischio che la pubblicità trascura di menzionare per il piccolo investitore e risparmiatore italiano? La risposta è semplice: il rischio del Paese. L’Italia vanta uno dei più elevati debiti pubblici al mondo.
Se l’obiettivo è unicamente il rendimento, perché non considerare l’acquisto di titoli equivalenti di altri Paesi? Vi sono titoli di Stato emessi da nazioni con un’affidabilità paragonabile all’Italia (valutata tramite il Rating) che offrono rendimenti simili o addirittura superiori. Oppure, si possono prendere in considerazione titoli con un rating leggermente inferiore all’Italia, ma con rendimenti più elevati rispetto al BTP Valore.
Inoltre, nei prossimi anni, l’Italia dovrà restituire i fondi del PNRR e sostenere le pensioni per un numero sempre crescente di persone che lasceranno il mondo del lavoro. Si tratta dei nati negli anni ’60 del secolo scorso, un periodo di picco della natalità. Avremo un numero sempre maggiore di pensionati e un numero costantemente in diminuzione di lavoratori attivi che pagano i contributi.
E lo Stato cosa fa?
Aumenta il rendimento dei soldi che chiede in prestito, diminuendo costantemente la sua affidabilità.
È sempre bene ricordare che chi offre i rendimenti più alti lo fa perché è considerato meno affidabile. A parità di rendimento, è logico prestare i propri soldi a entità più affidabili.
Se vuoi titoli del Tesoro è meglio comprarli tramite un fondo d’investimento perché le cedole vengono reinvestite senza essere tassate ed è possibile diversificare con una pluralità di titoli di vari Stati. Le cedole del BTP comprate direttamente vengono subito tassate riducendo il rendimento.
Inoltre la scadenza fissa del BTP non consente di sfruttare la riduzione dei tassi, mentre un gestore professionale può farlo modificando la composizione dei titoli di Stato in portafoglio.