Il passaggio dal mondo del lavoro alla pensione dovrebbe rappresentare un momento di meritata tranquillità, un’opportunità per godersi i propri “anni d’oro” con serenità e la sicurezza finanziaria necessaria per farlo. Tuttavia, se guardiamo alla realtà italiana, questa visione sembra più un miraggio che una prospettiva tangibile.
Il sistema pensionistico del nostro Paese è attualmente in una situazione più che precaria, con il rischio che diventi insostenibile nel corso dei prossimi tre o quattro decenni.
Non c’è più tempo da perdere: avviare un piano di previdenza complementare è un passo imprescindibile per assicurarsi, in futuro, una pensione dignitosa.
Il collasso del sistema pensionistico italiano
Il report Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario prodotto dal Ministero dell’Economia e Finanza non lascia spazio a dubbi: negli ultimi anni si è assistito a un preoccupante declino dei tassi di sostituzione pensionistica, e purtroppo, tutto lascia presagire che questa tendenza possa accentuarsi ulteriormente.
Le pensioni si ridurranno progressivamente, e il divario tra l’ultimo stipendio percepito e l’assegno pensionistico aumenterà.
Da un lato, persiste l’incertezza nel mercato del lavoro, caratterizzato da una crescente precarietà contrattuale che mette a rischio la capacità di accumulare contributi previdenziali sufficienti nel corso della vita lavorativa.
In aggiunta, l’Italia si trova di fronte a una crisi demografica senza precedenti: meno nascite significa meno lavoratori, e una conseguente diminuzione dei contributi versati ai sistemi pensionistici.
A rischio soprattutto le donne e i più giovani
Secondo un’indagine recente condotta dall’INPS, le pensioni percepite dalle donne risultano notevolmente più basse rispetto a quelle degli uomini. Questa disparità trova le sue origini nelle differenze di retribuzione, nella minore anzianità contributiva delle donne e nella frequenza più elevata di impieghi part-time.
Considerando anche l’aspettativa di vita più lunga delle donne rispetto agli uomini, diventa evidente l’importanza di garantirsi una pensione integrativa oltre a quella fornita dallo Stato.
E i giovani?
I giovani saranno certamente tra i più colpiti dal potenziale collasso del sistema pensionistico: l’allungamento progressivo dell’età pensionabile comporterà un ritardo significativo nell’accesso alla pensione rispetto alle generazioni precedenti, e pensioni notevolmente più basse.
Tuttavia, proprio i giovani risultano essere i meno preparati ad affrontare questa sfida.
Nel 2023, gli over 55 rappresentavano circa un terzo degli iscritti ai fondi pensione, mentre 10 anni fa si attestavano intorno all’18,7%.
Il numero di under 35 iscritti ai fondi pensione è, invece, del 18%, cifra praticamente identica a quella di 10 anni fa. E’ cresciuta la partecipazione a forme di pensione integrativa da parte delle fasce di popolazione prossime alla pensione, ma non tra i giovani.
Si tratta di un paradosso, poiché nessuno può beneficiare tanto di un fondo pensione quanto un giovane o un giovanissimo: sfruttando appieno il fattore tempo, anche somme modeste accumulate nel corso degli anni possono trasformarsi in un capitale significativo.
Un problema culturale?
Secondo l’ultima relazione della Covip, l’autorità preposta alla vigilanza sul corretto funzionamento del sistema dei Fondi Pensione, il livello di adesione dei cittadini alle forme di previdenza complementare è decisamente troppo basso.
Come si spiega questo fenomeno?
Una popolazione che non è adeguatamente informata sull’importanza della previdenza integrativa o che manca di familiarità con gli strumenti disponibili per pianificare la propria pensione, non sarà in grado di adottare comportamenti proattivi per garantirsi un futuro finanziario sicuro.
Per molti, la pensione è un qualcosa di distante, da affrontare in un futuro lontano. Ma immagina se, dal prossimo mese, il tuo reddito dovesse ridursi del 40%, del 45% o addirittura del 50%, e dovessi vivere con soltanto questa somma di denaro per altri 20, 25 o 30 anni.
È probabile che ti troveresti in uno stato di panico e preoccupazione.
Se solo avessi a disposizione un capitale che possa aiutarti a sostenerti!
Ecco perché è importante iniziare a costruire questo capitale fin da subito.
Può essere intimidatorio doversi “privare” di somme di denaro per investirle in un futuro così remoto, soprattutto quando la vita quotidiana è già piena di spese e imprevisti.
Tuttavia, è importante capire che anche piccoli versamenti possono avere un impatto significativo nel lungo periodo, contribuendo a creare un fondo pensionistico adeguato alle proprie esigenze.
Per questo motivo, rivolgersi a un consulente patrimoniale esperto può essere estremamente utile.
I consulenti finanziari, grazie alla loro esperienza e competenza, sono in grado di analizzare le molteplici opzioni disponibili e di consigliare le soluzioni più adeguate alla situazione finanziaria e personale di ciascuno.
Il piano pensionistico deve essere completo e personalizzato, e deve tenere conto di variabili come l’età di pensionamento desiderata, il livello di rischio accettabile, le fonti di reddito attuali e future e le esigenze di spesa previste durante il periodo pensionistico.
Questo processo di pianificazione dettagliata garantisce che il piano sia robusto nel lungo termine e, al contempo, sufficientemente flessibile da poter adattarsi ai cambiamenti che possono verificarsi nel corso del tempo.
Inoltre, un consulente può fornire il supporto e l’incoraggiamento per mantenere la costanza necessaria nell’investimento nel fondo pensionistico, permettendo all’assistito di arrivare davvero preparato al momento in cui uscirà dal mondo del lavoro.
Vuoi saperne di più? Contattaci per avere maggiori informazioni. Costruiamo insieme il tuo futuro pensionistico in modo efficace.